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La Didattica dell'economia ai tempi dell'Intelligenza Artificiale

 

Il 20 giugno 2023 si è tenuto il webinar “La Didattica dell’economia ai tempi dell’Intelligenza Artificiale” organizzato dalla Commissione per la Didattica dell’Economia della Società Italiana di Economia e dalla Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento.

Obiettivo dell’iniziativa è l’avvio di un dibattito e di uno scambio di buone pratiche in merito all’uso dell’intelligenza artificiale tra le forme di innovazione didattica, in ambito economico e non solo.

Nonostante la natura potenzialmente dirompente dell’intelligenza artificiale (IA) generativa, la riflessione non si è concentrata sui problemi connessi alla tecnologia (quali gli aspetti di sicurezza, i problemi etici, le conseguenze sulla qualità del dibattito pubblico e sulla libertà di scelta delle persone), ma si è focalizzata sulla necessità dei/delle docenti universitari/e di adattare i metodi di insegnamento e di valutazione alla diffusione di questa tecnologia nel corpo studentesco e nella società.

Dalle relazioni del prof. Antonino Alì (Università di Trento) e Stefania Paredes Fuentes (University of Warwick) e dalla discussione conclusiva è emersa l’esigenza diffusa di imparare a usare, e di insegnare a far usare, questo strumento in modo appropriato e consapevole.

Per farlo, seguendo il suggerimento della prof.ssa Stefania Paredes Fuentes, è necessario partire da una riflessione sul ruolo e sulle finalità ultime della valutazione dell’apprendimento degli studenti e delle studentesse, verificando in che misura ChatGPT, Google Bard e simili software di IA possano richiedere una revisione delle modalità di insegnamento e accertamento delle conoscenze.

La valutazione dell’apprendimento ha molteplici funzioni. Essa serve ad aiutare studenti e studentesse a procedere nell’apprendimento personale, a certificare verso terzi il conseguimento di certi obiettivi formativi, e infine a segnalare all’esterno il possesso di certe abilità e conoscenze. Da queste molteplici funzioni della verifica dell’apprendimento nell’ambito dell’insegnamento universitario discendono diverse implicazioni.

In primo luogo appare necessario adeguare gli strumenti di valutazione al tipo di competenze che si vogliono accertare. ChatGPT e simili possono infatti sostituire gli studenti in certi compiti, mentre li possono solo aiutare nello svolgimento di attività più avanzate. In questo momento, questi prodotti sono in grado di svolgere perfettamente compiti elementari che richiedono di elencare elementi, tradurre testi, riassumere contenuti; attraverso adeguati prompt, questi software possono anche aiutare gli studenti nell’applicazione delle nozioni teoriche a situazioni concrete; più problematico appare ancora l’utilizzo dei software di IA per la creazione di nuove idee, per la verifica della (plausibile) veridicità di alcune affermazioni, per l’analisi critica di opinioni diffuse (mainstream) o eterodosse, per l’attribuzione corretta di idee e opinioni a persone, ecc. Date le competenze che si vogliono accertare, è quindi necessario considerare esplicitamente il tipo di interazione con ChatGPT e simili software che i metodi di valutazione prevedono/consentono.

In secondo luogo, è opportuno valutare come l’adozione di soluzioni di IA nel mondo del lavoro e nella società possa alterare il valore relativo di certe competenze e abilità. L’avvento di Google e di altri motori di ricerca ha modificato l’importanza, almeno per la maggioranza della popolazione, delle competenze relative alla ricerca bibliografica e in archivio. Apparirebbe oggi anacronistico vietare lo sviluppo di una ricerca bibliografica operata tramite motori di ricerca, generalisti o specialisti. La diffusione della IA potrebbe trasformare l’importanza relativa di capacità come quella mnemonica, di sintetizzare lunghi testi o di tradurre. Potrebbero per converso diventare più importanti lo spirito critico, la capacità di verificare la plausibilità di una affermazione, l’abilità di individuare forme di bias nel giudizio, la competenza nel verificare l’autorevolezza e la completezza delle fonti dell’informazione. In questo caso ai/alle docenti universitari/e viene richiesto uno sforzo maggiore, ovvero l’individuazione di forme di insegnamento e di valutazione che spingano a sviluppare queste capacità.

In terzo luogo, l’uso consapevole e corretto dei software di IA da parte degli studenti e delle studentesse può diventare esso stesso una abilità da verificare in ambito universitario, a beneficio di parti terze. Presto potrebbe essere necessario insegnare come utilizzare i prompt per approfondire le questioni, come testare le asserzioni prodotte dal software, come applicare delle nozioni generali a casi concreti senza incappare nelle “allucinazioni” e nei bias cognitivi dei software. E sarà probabilmente importante aiutare gli studenti e le studentesse a comprendere, come segnalato dal prof. Antonino Alì, le criticità nell’uso di informazioni reperite dai software nel web e nella trasmissione volontaria (attraverso le interazioni con il software) di dati e informazioni personali.

Queste riflessioni, pur sintetiche e di carattere generale, suggeriscono di continuare nello scambio di informazioni e di buone pratiche in questo ambito all’interno della comunità accademica, unendo competenze informatiche, competenze in ambito pedagogico e competenze disciplinari (economiche, nel caso della SIE).

Per questo, tutte le socie e i soci della SIE sono invitati a condividere progetti e iniziative in merito, inviandoli alla Segreteria SIE (sie@univpm.it), che le metterà a disposizione della Commissione per l’eventuale organizzazione di futuri incontri o seminari.

Oltre al webinar della SIE, tra i numerosi spunti sul web (senza pretesa di esaustività) si segnalano le riflessioni della prof.ssa Paredes Fuentes, il webinar del prof. Jérôme Duberry del Graduate Institute, i suggerimenti di Sundar Pichai, CEO di Google, il podcast di Enrico Pagliarini "2024 - Speciale Intelligenza Artificiale", l’incontro del Dr Jonathan Cardoso-Silva organizzato dalla LSE.

Giulia Bettin e Andrea Fracasso per la Commissione per la Didattica dell’Economia della SIE

PS: Questo testo è stato prodotto senza consultare software di AI

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